“Se non è Gragnano, desisti” – recitava Totò in Miseria e Nobiltà – facendosi antesignano di quello che poi sarebbe diventato un popolare e fortunato spot pubblicitario il cui motto veniva pronunciato dall’attore hollywoodiano George Clooney.
Ed è proprio così. Con il vino di Gragnano è subito festa (o “party” come direbbe Clooney). Dal colore rubino, versatile e spesso frizzantino, il Gragnano rallegra le tavole accostandosi “diVinamente” a tutte le pietanze siano esse di pesce o di carne, ma anche a verdure e formaggi.
Vino di Gragnano, sapore di territorio e antiche tradizioni
Un vino dal gusto unico che racconta la storia ed il lavoro di tanti viticoltori campani che nel tempo, di generazione in generazione, hanno saputo valorizzare e trasformare le loro produzioni.
Dai vigneti dei Monti Lattari dove l’uva si raccoglie ancora a mano nascono oggi bottiglie dal design accattivante che arrivano sugli scaffali delle più prestigiose enoteche.
Piedirosso, aglianico, sciascinoso e varietà autoctone come il tintore, il castagnara, e il San Francesco, uve da cui nascono vini dal sapore mai scontato.
Non tutti sanno cos’è la “svinatura”
Tra i grandi maestri viticoltori del Gragnano, viene subito in mente la famiglia Iovine di Pimonte che dal 1860, da ben quattro generazioni, si occupa della produzione del vino di Gragnano Doc.
Con le telecamere di Viaggio e Mangio siamo entrati nelle Cantine Iovine dove abbiamo potuto seguire, passo dopo passo, le operazioni di svinatura, ovvero l’operazione vinicola mediante la quale si separa il vino dalla feccia al termine della fermentazione, oltre a lasciarci affascinare dai racconti di famiglia di Luigi e Giuseppe Iovine.
Prima di gustare la soffice spuma dal colore rubino di quest’annata, gustatevi pure il nostro servizio.
VIAGGIO E MANGIO ALLE CANTINE IOVINE