O pere e ‘o musso: la tradizione popolare del quinto quarto a Napoli

Benvenuto su viaggioemangio.com! Oggi ti porto tra i vicoli di Napoli per scoprire ‘O pere e ‘o musso, lo street food napoletano antico che riesce ancora a far battere i cuori — e a far venire l’acquolina in bocca — a chi cerca sapori autentici e storie di popolo. “Assapora una specialità dal gusto deciso” mi ripeteva sempre mio nonno quando, da bambino, lo seguivo al carrettino sul lungomare per gustare quei pezzetti di piede di maiale e muso di vitello, lessati e serviti freddi con sale e limone. Da allora, ogni volta che torno in città, questo rito è il mio primo abbraccio con Partenope.

In questo articolo

Origini e significato di un cibo “povero”

Letteralmente “il piede e il muso”, questa specialità nasce dall’esigenza, tipica della cucina di recupero, di valorizzare i tagli meno nobili del maiale e del vitello. Nel XIX secolo i venditori ambulanti — detti trippai — usavano un corno forato per spargere il sale sui bocconcini ancora umidi, creando un piccolo spettacolo di strada che sopravvive tutt’oggi.

Dove trovarlo e come raggiungerlo

Oggi ‘O pere e ‘o musso si compra soprattutto nei chioschi popolari distribuiti fra il mercato della Pignasecca (fermata Montesanto, linea Cumana o metropolitana linea 2), i carrettini sul Lungomare Nazario Sauro e le botteghe intorno a Porta Capuana. Se arrivi in treno, la passeggiata da Piazza Garibaldi al centro storico è l’occasione perfetta per un primo assaggio on-the-go.

Come si prepara e si consuma

La cottura lenta

Piedi di maiale e muso di vitello vengono puliti con cura, bolliti a lungo (fino a 4 ore) in acqua aromatizzata con alloro e pepe, poi fatti raffreddare nella loro gelatina naturale. Una volta freddi, si tagliano a tocchetti di 2-3 cm.

Il servizio “a colpi di corno”

Il venditore afferra una manciata di carne, la adagia in un cartoccio di carta oleata e condisce con sale, limone e, a richiesta, peperoncino o finocchietto selvatico. Si mangia rigorosamente con le mani, passeggiando e godendosi il brusio dei vicoli.

Abbinamenti consigliati

Da sommelier AIS, ti suggerisco due opzioni:

  • Birra artigianale lager: la carbonazione pulisce la bocca dai grassi residui.
  • Lacryma Christi del Vesuvio bianco: acidità e note agrumate dialogano con il limone del condimento.

I miei chioschi del cuore

Chiosco Zona / Indirizzo Orari indicativi Prezzo porzione
Carretto “O’ Tarallaro” Via Nazario Sauro, Lungomare 11:00 – 24:00 € 3-4
Trippaio di Montesanto Piazza Montesanto / Pignasecca 10:00 – 22:00 € 3
Chiosco Porta Capuana Porta Capuana 10:30 – 21:00 € 3

I prezzi sono aggiornati a maggio 2025 e possono variare di ± 50 cent in base alla porzione.

5 cose da fare nei dintorni

  1. Visitare la Cappella Sansevero e ammirare il Cristo Velato.
  2. Perdersi tra le bancarelle della Pignasecca assaggiando frutta di stagione.
  3. Sorseggiare un espresso al Gran Caffè Gambrinus guardando il teatro San Carlo.
  4. Salire su Castel Sant’Elmo al tramonto per lo skyline del Golfo.
  5. Fare un tour gastronomico di strada con una guida locale: pizza a portafoglio, babà e naturalmente ‘O pere e ‘o musso.

Consigli di viaggio e risparmio

  • Quando andare: primavera e inizio autunno offrono temperature miti e meno folla.
  • Trasporti: acquista il biglietto giornaliero Unico Campania (€ 5,20) per muoverti illimitatamente su bus, metro e funicolari.
  • Budget: con 10-12 € puoi pranzare con ‘O pere e ‘o musso, una birra e un dolce.
  • Igiene: scegli chioschi affollati: dove c’è fila, c’è rotazione di prodotto fresco.

Ti è piaciuto ‘O pere e ‘o musso?

Spero di averti fatto venire voglia di provare questo boccone di storia partenopea. Raccontami la tua esperienza nei commenti e seguici su Facebook e Instagram per non perdere i prossimi viaggi di gusto!

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Nicola D’Auria, giornalista e sommelier AIS

Autore dell'articolo: Nicola D'Auria