Di-vino e Di-verso: l’Asprinio sociale che riscatta Casal di Principe

Di-vino e Di-verso non è “solo” un vino: è il simbolo di un riscatto collettivo che parte dalla vigna per arrivare al cuore di chi ama viaggiare, mangiare bene e scoprire storie capaci di cambiare i territori. Il , al Teatro della Legalità di Casal di Principe (CE), 500 bottiglie di Asprinio di Aversa prodotte dai vignaioli di Cantina Vitematta e “vestite” con le etichette disegnate dai bambini dell’associazione Kairos, saranno presentate al pubblico con l’obiettivo di finanziare nuovi progetti di inclusione per i ragazzi nello spettro autistico.

Indice rapido

Agricoltura sociale e autismo: dalla vigna al calice

Il progetto Di-vino e Di-verso nasce dall’incontro tra la cooperativa Eureka, impegnata nell’inserimento lavorativo di persone con fragilità psichiche o con percorsi penali, e l’associazione Kairos, che segue bambini e ragazzi nello spettro autistico in provincia di Caserta. Nella vigna confiscata alla camorra, i piccoli di Kairos hanno immaginato e colorato le etichette; gli adulti di Eureka, affiancati dagli esperti vignaioli di Vitematta, hanno seguito potatura, vendemmia e vinificazione. Così, ogni bottiglia racchiude un triplo valore: sociale, culturale e ambientale.

«Partecipazione degli ultimi, riutilizzo per fini sociali di beni confiscati alla camorra, tutela dell’alberata aversana, prosecuzione della tradizionale e storica produzione dell’Asprinio di Aversa, riscatto del territorio di Casal di Principe, raccolta fondi per le attività dell’associazione Kairos».

A fine evento sarà possibile assaggiare il vino in abbinamento alle pizze del maestro pizzaiolo Antonio Della Volpe de “La Vita è Bella”, per una degustazione che unisce impasto campano e bollicina locale.

Beni confiscati: quando il territorio si riprende la bellezza

Dalla nascita di Vitematta nel 2009, due poderi un tempo nelle mani della criminalità organizzata sono diventati laboratori di agricoltura sociale. Le vigne restituiscono lavoro, dignità e professionalità a persone che la giustizia ha affidato a Eureka oppure che convivono con fragilità psichiche. Il vino, invece, racconta la capacità di un’intera comunità di rinnovarsi partendo dalla legalità e dalla cultura del buon bere.

Il recupero di terreni confiscati è oggi un modello replicato in molte regioni italiane, ma l’esempio campano dimostra come il settore food & wine possa diventare motore di turismo responsabile: le cantine sociali attraggono visitatori desiderosi di esperienze autentiche e consapevoli, aumentando il valore economico e la percezione positiva del territorio.

L’Asprinio di Aversa e l’alberata aversana

L’Asprinio è un vitigno bianco antico, noto per la sua spiccata acidità e per le bollicine leggere. La particolarità più affascinante, però, è il metodo di allevamento: la alberata aversana. Le viti, “maritate” a pioppi alti fino a 15 metri, formano vere pareti verdi che richiedono vendemmiatori esperti e coraggiosi, armati di scalilli e bilanciere. Una tradizione etrusca, candidata a patrimonio UNESCO, che oggi sopravvive grazie alla caparbietà di pochi viticoltori e a progetti come Di-vino e Di-verso.

Curiosità: Mario Soldati descriveva l’Asprinio come «il bianco più secco del mondo», mentre Luigi Veronelli lo definiva «allegro, leggero, brioso». Perfetto con crudi di mare, mozzarelle di bufala e fritture napoletane, è un compagno sorprendente anche per la pizza contemporanea.

Consigli di viaggio e gusto in agro aversano

  • Visita la grotta tufacea di Vitematta: un antico palmento interrato, ideale per capire come il tufo locale regoli temperatura e umidità.
  • Tour “Terre di legalità”: partendo da Casal di Principe, percorri la “Strada dei Vini Casertani”, fermandoti al Museo della Legalità e alle pizzerie d’autore.
  • Degusta altri vitigni autoctoni come Pallagrello bianco e Casavecchia; trovi informazioni nell’articolo “10 vini autoctoni da scoprire in provincia di Caserta”.

Un brindisi che vale doppio

Di-vino e Di-verso dimostra che dalle ferite del territorio può nascere bellezza: un vino buono da bere e da pensare, figlio di agricoltura sociale, tutela dei beni confiscati e passione per l’Asprinio di Aversa. Se ami viaggiare con il calice in mano, scoprire storie autentiche e sostenere progetti d’inclusione, non perdere l’appuntamento del 21 giugno e, soprattutto, cerca una delle 500 bottiglie per brindare al futuro di Casal di Principe.

Autore dell'articolo: Nicola D'Auria